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TCBO: Werther

Segna il debutto scenico del grande tenore peruviano Juan Diego Flórez nel ruolo di Werther, nell’omonima opera di Jules Massenet, lo spettacolo in scena al Teatro Comunale di Bologna dal 15 al 23 dicembre 2016. Una nuova sfida e una significativa apertura verso il repertorio francese per il tenore peruviano, celebre per le sue pirotecniche interpretazioni rossiniane. Dopo averlo cantato in forma di concerto ad aprile a Parigi, Flórez – impegnato nelle recite del 15, 18 e 21 dicembre – affronta Werther per la prima volta sulla scena in una nuova produzione firmata da Rosetta Cucchi, con le scene di Tiziano Santi, i costumi di Claudia Pernigotti e le luci di Daniele Naldi. Sul podio il Direttore Musicale del Comunale di Bologna, Michele Mariotti, anche lui al suo debutto nel capolavoro di Massenet.

Tutt’altro che inedito, invece, è il rapporto artistico tra Flórez e Mariotti, che si sono incontrati molte volte sui palcoscenici più importanti del mondo: dalla Royal Opera House di Londra al Metropolitan di New York, passando per il Rossini Opera Festival di Pesaro, fino alla Deutsche Oper di Berlino, dove sono attualmente impegnati in Les Huguenots di Meyerbeer. Mariotti e Flórez hanno lavorato insieme anche in una memorabile edizione de I puritani di Bellini, andata in scena al Comunale di Bologna nel 2009.

«Il Werther parla di una storia d’amore impossibile, – dice Michele Mariotti – resa tale anche dall’incapacità dei protagonisti di vivere la loro vita e di affrontare la realtà, prendendosi le proprie responsabilità. Il giovane Werther, da sognatore qual è, si rifugia nel suo mondo, che diventa un nido protettivo che gli permette di vivere una realtà parallela rispetto a quella che sarebbe dovuta essere la sua vita. Anche Charlotte è vittima del giuramento fatto alla madre di sposare un uomo che non ama e che non può amare. Entrambi i protagonisti sono sopraffatti dai sensi di colpa e con la morte di Werther è come se anche Charlotte morisse; dice infatti all’amato di sentirsi la causa del sangue che vede sgorgare dalle sue ferite.

Il personaggio che mi ha sempre affascinato è Albert – continua Mariotti – è il classico uomo borghese ben inserito nella società, che ama la buona cucina, il gioco e le donne e che è apparentemente apprezzato da tutti. In realtà è un uomo molto fragile, che cerca continuamente conferme su di sé dagli altri, ma invano. Ne vorrebbe anche da Charlotte, la quale risponde alle sue domande in modo vago ed evasivo. È un uomo a cui tutte le certezze si sgretolano nel corso dell’opera..»

«Qual è il sogno di Werther? – si chiede la regista Rosetta Cucchi – Una vita con Charlotte fatta di piccoli gesti quotidiani, normali per tanti, eccezionali per chi non può goderne. Una casa, scrigno di questi sogni, che inesorabilmente si allontana, lasciandolo nudo in una natura che passo a passo muore con lui. Il sentimento che prova così ardentemente, fa crescere dentro di sé un’incontenibile inquietudine, la consapevolezza di essere indegno e inoltre uno scontento di se stesso che lo porta ad invidiare chi vive quella quotidianità. Werther è vittima, quindi, di un sogno rovesciato che contiene ordine, razionalità, prevedibilità. Ecco perché da una poltrona collocata in primo piano, durante ciascun inizio d’atto, come in un piano sequenza, accompagniamo Werther negli attimi che precedono il suicidio. Il gesto estremo che lo condurrà finalmente dove desidera. Soltanto in questi momenti – conclude la regista -, il sogno si mischia con la realtà; e come attraverso un cannocchiale rovesciato, lo spettatore vedrà allontanarsi e divenire irraggiungibili i desideri del protagonista».

Nel ruolo di Werther si alternano Juan Diego Flórez e il tenore spagnolo Celso Albelo (impegnato nelle recite del 16, 20 e 23 dicembre). A interpretare il ruolo di Charlotte invece, sono chiamate Isabel Leonard (15, 18 e 21 dicembre) e José Maria Lo Monaco (16, 20 e 23 dicembre). Completano il cast Luca Gallo (Le Bailli), Jean-François Lapointe (Albert), Alessandro Luciano (Schmidt), Lorenzo Malagola Barbieri (Johann) e Ruth Iniesta (Sophie). L’orchestra, il coro e il coro di voci bianche sono quelli del Teatro Comunale di Bologna. Lo spettacolo è realizzato grazie al contributo di Alfa Wassermann. La prima di giovedì 15 dicembre sarà trasmessa in diretta radiofonica su Radio3 Rai alle 20.00.

Concluso nel 1886 e andato in scena per la prima volta il 16 febbraio 1892 alla Hofoper di Vienna – l’Opéra Comique di Parigi l’aveva inizialmente rifiutato – Werther è considerato il capolavoro di Jules Massenet, scritto dopo i successi di Manon e Hérodiade. Il libretto, di Édouard Blau, Paul Milliet e Georges Hartmann, è tratto dal celebre romanzo epistolare di Goethe Die Leiden des jungen Werther (I dolori del giovane Werther), scritto nel 1774 e considerato il simbolo della corrente romantica denominata Sturm und Drang che dilagò in Europa alla fine del XVIII secolo. Massenet lo conobbe nella traduzione francese, e fu questo a spingerlo verso quelle sonorità morbide e dolci tipiche della sua lingua madre, nel tentativo di realizzare una perfetta contiguità della linea melodica con il verso francese. Nelle sue memorie (Mes souvenirs), Massenet racconta il suo incontro con il romanzo di Goethe: dopo aver ascoltato il Parsifal a Bayreuth, insieme al suo editore Hartmann si recò a Wetzlar, la città dove aveva vissuto Werther. “Trovarmi proprio in quella casa che Goethe aveva reso celebre ambientandovi l’amore del suo eroe, m’impressionò profondamente. Uscendo di là Hartmann mi disse: ‘Ho di che completare l’emozione che provate’. E nel dire queste parole trasse dalla tasca un libretto ingiallito dal tempo. Era la traduzione francese del romanzo di Goethe… Come ebbi in mano quel libro, avido di leggerlo, entrammo in una di quelle immense birrerie che si trovano ovunque in Germania… Non riuscivo a staccarmi dalla lettura più appassionante… Tanto delirio di passione e di estasi mi fece salire le lagrime agli occhi. Che scene emozionanti, che quadri avvincenti potevano venirne fuori! Era Werther…”

> Teatro Comunale Bologna

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Edoardo