Con Siegfried (Sigfrido) prosegue l’esecuzione integrale in due anni della Tetralogia wagneriana in forma di concerto
Venerdì 13 alle 18.00 e domenica 15 giugno alle 16.00 all’Auditorium Manzoni
«Siegfried è il ritratto di un giovane eroe che affronta il mondo con coraggio puro, senza paura né consapevolezza» racconta Oksana Lyniv, che torna a Bologna per dirigere Siegfried (Sigfrido), terzo dramma musicale e seconda giornata della saga wagneriana Der Ring des Nibelungen (L’anello del Nibelungo), dopo essere stata sul podio lo scorso anno per il prologo Das Rheingold (L’oro del Reno) e per la prima giornata Die Walküre (La Valchiria). L’opera è in programma in forma di concerto venerdì 13 giugno alle 18.00 e in replica domenica 15 giugno alle 16.00 all’Auditorium Manzoni.
Ancora sul protagonista Sigfrido, Lyniv – che affronta il titolo per la prima volta – dice: «La sua innocenza e la sua forza lo rendono subito affascinante: lo vediamo crescere, cercare il senso della vita, agire istintivamente, senza ancora comprendere le conseguenze delle sue azioni. Ma Wagner, con lucidità spietata, ci mostra anche l’altra faccia dell’eroe: Siegfried tradisce, e sarà a sua volta tradito. L’innocenza si incrina, l’eroismo si trasforma in colpa. Alla fine, l’eroe precipita. E ci ricorda che tra la grandezza e la rovina umana esiste solo un passo».
Il cast vede nel ruolo del protagonista il tenore Michael Heim; accanto a lui il baritono Thomas Johannes Mayer come Der Wanderer (già Wotan nelle due opere precedenti della Tetralogia), il tenore Matthäus Schmidlechner come Mime, il soprano Sonja Šarić come Brünnhilde (già Freia nell’Oro del Reno e Sieglinde nella Valchiria), e ancora il basso-baritono Claudio Otelli che torna nei panni di Alberich e il mezzosoprano Bernadett Fodor in quelli di Erda (dopo L’Oro del Reno), infine il basso-baritono Sorin Coliban nelle vesti di Fafner (già Fasolt nell’Oro del Reno) e il soprano Julia Grüter in quelle di Stimme des Waldvogels.
Nella seconda giornata, Richard Wagner presenta l’unico personaggio “nuovo” dell’opera, l’eroe che le dà il titolo, non ancora incontrato. Così lo introduce Alberto Mattioli, che cura le note al programma di sala: «Figlio dell’amore fra Siegmund e sua sorella Sieglinde, doppiamente colpevole perché incestuoso e adultero, Sigfrido è, secondo Wagner in una lettera del 1854, “l’uomo da noi atteso, voluto, l’uomo dell’avvenire”, mentre per il professor Nietzsche, prima della rottura con Wagner, è “l’uomo libero, senza paura, sorto in contrasto con ogni consuetudine” […]. Un eroe nerboruto e ingenuo, forte e fanciullo, per chi ovviamente legge la Tetralogia nella sua originale chiave rivoluzionaria». Tra le pagine più note e apprezzate della storia della musica c’è il duetto finale dell’opera, che celebra l’incontro amoroso tra Siegfried e Brünnhilde.
Di tutto il Ring, Siegfried è il dramma che ha avuto la gestazione più lunga e travagliata. Dopo i primi abbozzi agli inizi degli anni ’50 dell’Ottocento, Wagner compose i primi due atti tra il 1856 e il 1857; seguì un’interruzione di ben dodici anni – in cui lavorò al Tristan und Isolde e Die Meistersinger von Nürnberg – che portò alla scrittura del terzo atto solo nel 1869. Siegfried debuttò infine il 16 agosto 1876, nell’ambito della prima assoluta dell’intero Ring al Festspielhaus di Bayreuth.
Con Siegfried prosegue il progetto che prevede l’esecuzione integrale del Ring in forma di concerto nell’arco di due anni con l’Orchestra del Comunale di Bologna, il teatro più wagneriano d’Italia, e la bacchetta di Lyniv, prima donna sul podio nella storia del Festival di Bayreuth, insignita del “Bayerischer Verfassungsorden” (Ordine della Costituzione Bavarese), già Direttrice Musicale del TCBO dal 2022 al 2024. Il ciclo si chiuderà con la terza giornata, Götterdämmerung (Il crepuscolo degli dei), il 24 e 26 ottobre.
Il ciclo bolognese Der Ring des Nibelungen è dedicato all’imprenditore e filantropo Marino Golinelli, da sempre amante e sostenitore delle arti, della musica e del teatro, e fondatore di Fondazione Golinelli che ha sostenuto la realizzazione della Tetralogia.
Al posto della consueta introduzione al pubblico prima dell’inizio dello spettacolo, giovedì 12 giugno alle 20.00 all’Auditorium Manzoni il giornalista e critico musicale Alberto Mattioli sarà protagonista dell’appuntamento della rassegna “In Controluce” incentrato sul titolo wagneriano. Esperto di teatro musicale, Mattioli scrive per «La Stampa», «Il Foglio», «Il Secolo XIX» e «Amadeus»; oltre ad aver scritto saggi e tenuto conferenze per vari teatri italiani e internazionali, è anche autore di svariati libri e di alcuni libretti d’opera. La rassegna, a cura di Barbara Abbondanza, è realizzata dal Teatro Comunale di Bologna in collaborazione con Innovio: https://www.tcbo.it/eventi/in-controluce-siegfried/
Inoltre, in occasione dell’esecuzione di Siegfried, Oksana Lyniv presenta presso la Galleria Lux in Art a Bologna la sua collezione privata di litografie originali dedicate all’Anello del Nibelungo di Richard Wagner. La mostra dal titolo “L’IMPRONTA DI WAGNER – Dalla scena alle stampe”, patrocinata dal Teatro Comunale di Bologna, si inaugura il 12 giugno con apertura al pubblico alle 18.30 ed è in programma fino al 19 giugno 2025: un omaggio della direttrice d’orchestra a un compositore che continua a porre domande essenziali al nostro tempo, nato da una lunga ricerca personale e artistica. L’ingresso alla mostra è libero. Informazioni sugli orari di apertura e sulle visite guidate gratuite disponibili sul sito www.luxinart.com/mostre-ed-eventi
Gli ultimi biglietti per l’opera Siegfried sono in vendita online tramite Vivaticket e presso la biglietteria del Teatro Comunale (Largo Respighi, 1), dal martedì al venerdì dalle 12 alle 18 e il sabato dalle 11 alle 15; il giorno del concerto presso l’Auditorium Manzoni da 1 ora prima fino a 15 minuti dopo l’inizio dello spettacolo.
Info: https://www.tcbo.it/eventi/siegfried-2025/
(A. C.)
Foto: Oksana Lyniv con le sue litografie esposte alla mostra “L’IMPRONTA DI WAGNER – Dalla scena alle stampe” alla Galleria Lux in Art
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